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PESCE D’APRILE PALESTINESE

Pesce d’Aprile 2015. C’è stata la bufala della Torre di Pisa che sarebbe diventata/trasformata in un albergo di lusso. Carina e innocente beffa stagionale. E poi quella che è rimbalzata sui media di mezzo mondo e ha visto protagonista un palestinese di Gaza, Rabieh Hamduna. Rabieh è un trentenne sfollato, la sua abitazione è stata completamente rasa al suolo nel conflitto della scorsa estate. L’unica cosa indenne di tutto l’edificio è stata la porta di casa, rimasta miracolosamente in piedi in mezzo alle macerie. Ebbene quella porta scarna è divenuta un opera d’arte dal valore inestimabile, realizzata dall’artista inglese Banksy che ha deciso di rappresentarvi la divinità greca Niobe che piange la morte dei figli. Banksy si è “intrufolato” nella Striscia passando dai tunnel di Rafah. Nella sua visita a Gaza post guerra ha voluto portare la solidarietà al popolo palestinese disseminando in vari luoghi le sue creazioni, tra queste la dea Niobe. Le foto del telaio della porta di Rabieh hanno fatto così il giro del mondo. Tuttavia il legittimo proprietario ignaro del valore reale del graffito di Banksy, pochi giorni fa, ha venduto per la modica cifra di 700 Shekels, circa 180 dollari, la porta ad un giornalista. Bilal Khaled, freelance palestinese, è legalmente il nuovo proprietario della Niobe di Banksy. Sul momento a Rabieh deve essere apparso un affare d’oro, rifilare una porta sgangherata e imbrattata da un writer con una dea pagana per un mucchietto di contanti. Poi qualcuno, che certo non era un famoso critico d’arte ma una persona un po’ più informata dell’inconsapevole Rabieh, gli ha spiegato che il guadagno in realtà l’aveva fatto Khaled. A quel punto Rabieh ha pubblicamente dichiarato alle televisioni di essere stato truffato e di volere indietro la sua amata porta di casa: “Sono stato ingannato”. Su internet è iniziata una caccia al giornalista estimatore di Banksy. Rintracciato dai colleghi della stampa internazionale ha voluto rimarcare che il suo gesto, altruistico, era finalizzato alla salvaguardia dell’opera e che è disponibile a mostrarla solo se non verrà pubblicato il luogo dove è nascosta. Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio.