“I giovani non hanno bisogno di sermoni, i giovani hanno bisogno di esempi di onestà, di coerenza e di altruismo”, diceva il partigiano, diventato presidente, Sandro Pertini: l’amato politico italiano scomparso trentanni fa. 25 aprile 2020, senza piazze gremite, acceso e attivo lo spazio virtuale, dei social. È il mondo e la cultura delle nuove generazioni, quelle destinate a tramandare la memoria, con la forma a loro più congeniale: il web.
In questi, pesanti e tristi giorni del Coronavirus, nella lunga lista delle vittime compaiono i nomi dei testimoni di quel lontano 1945. Tra i tanti ci ha lasciato Francesco Nezosi, classe 1930, è stato una staffetta partigiana nella provincia bergamasca. Quattordicenne affronta con coraggio la pistola puntata di un miliziano fascista che voleva conoscere dove si era nascosto il fratello, aggregatosi alla brigata “Francesco Nullo” di Giustizia e Libertà. Non parlerà, dalla sua bocca non uscirà nessun tradimento. Tuttavia, il brutale episodio cambierà il corso della sua vita, convincendolo a schierarsi. Gli occhi di quel giovane videro gli eventi salienti della battaglia di Fonteno, nell’agosto del 1944, quando la 53º Brigata Garibaldi andò in aiuto della popolazione locale che rischiava di essere rastrellata. L’operazione dei partigiani fu un successo. Al termine dello scontro rilasciarono i soldati della Wehrmacht fatti prigionieri dopo la promessa che avrebbero lasciato in pace i civili. Tornati liberi, vigliaccamente, non rispettarono i patti. Storie drammatiche che non hanno confini, come quella di Aryeh Even, sopravvissuto alla Shoah. E prima vittima israeliana del Coronavirus. “Un volto dolce, rassicurante”, era nato a Budapest 88 anni fa. Nel 1941, il padre venne deportato prima in un campo di lavoro ungherese e poi … a Mauthausen. Il nonno, invece, venne arrestato e il cadavere gettato nel Danubio. Per mesi Even, la madre e il fratello furono costretti a fuggire dalla furia bieca degli sterminatori in camicia bruna. Si salverà grazie alla protezione di un diplomatico svedese. Piera Vitali, “la biondina della Val Taleggio”, evase dal mezzo che la stava portando dal carcere di San Vittore in Germania. Era stata arrestata e torturata dai fascisti. È morto anche Guglielmo Giusti, ultimo partigiano di Somma Lombardo nel varesotto, salì sui monti per combattere con la Divisione Valtoce, partecipò anche alla Repubblica dell’Ossola e venne internato in Svizzera.
Il bel fiore del partigiano continua a sbocciare anche nell’epoca buia del contagio. “Bella ciao” risuona tra i balconi. A la Spezia hanno festeggiato affacciandosi alla finestra i 92 anni di Umberto Bellavigna, nome di battaglia William. Il 25 aprile del 1945 entrava nella città ligure liberata. Pagine indelebili della storia. Covid19 e nazifascismo sono due virus diversi. Per debellare la pandemia è richiesto il vaccino chimico. Mentre, l’antidoto al totalitarismo sono i valori democratici. In entrambi i casi la barriera al virus si costruisce nel rispetto della nostra Costituzione.