Il Medioriente

Cerca
Vai al contenuto
  • Homepage
  • Fauda e Balagan
  • Blog
  • Bio
  • Libri
    • Gerusalemme, ultimo viaggio – 7 diari
    • Kibbutz 3000
    • Israele 2013 – Il falco sotto assedio
    • Gerusalemme ultimo viaggio – 9 diari
    • Francesco in Terra Santa
  • Recensioni
  • Link
  • Contatti
Blog

Che la terra ti sia lieve, Rav Toaff

20 aprile 2015 Redazione

Si è spenta alla soglia dei cento anni una luce, quella di un grande italiano. Uno dei più illuminati personaggi dello scorso secolo. Era Elio Toaff. Rabbino capo per mezzo secolo della comunità ebraica di Roma. È stato uno dei più illustri toscani del secolo breve. Nato e cresciuto a Livorno. Laureato a Pisa. Partigiano in Versilia. Religioso e antifascista. Nel dopoguerra ebbe il difficile e lungo compito di “ricostruire” i rapporti tra ebrei e cristiani in Italia, riportando nella comunità ebraica italiana la fiducia per il Paese che con l’introduzione delle scellerate leggi razziali e l’abominio dell’alleanza con i nazisti aveva tradito e abbandonato i propri cittadini di fede israelita. Uomo del dialogo. Seppe, tra difficoltà politiche e culturali, aprire un nuovo capitolo della storia dell’ebraismo italiano. Fu lui ad organizzare (volere) la visita storica del Pontefice Giovanni Paolo II nella Sinagoga di Roma, quel gesto è il riconoscimento inequivocabile, dopo duemila anni, della fine dell’ostracismo, ottuso e antisemita, della chiesa nei confronti degli ebrei. Non mancò talvolta di essere critico nei confronti della politica, sia di quella italiana che israeliana. Per noi resta un esempio morale, un maestro che sapeva diffondere serenità e pace. Delle tante cose che si sono scritte e dette di Elio Toaff, tra tutte merita ricordare a pochi giorni del 25 aprile, quelle pronunciate da lui stesso il 19 ottobre del 2006, in Sapienza a Pisa prima di ricevere il “Campano d’Oro”, conferito dall’Associazione dei laureati dell’Ateneo pisano, dove volle ricordare Lorenzo Mossa, il docente che gli consentì di laurearsi nonostante le leggi razziali. Di seguito le parole pronunciate a braccio da Elio Toaff.
“Sono veramente molto commosso per la manifestazione di stima e di affetto che avete voluto concedermi. Io non so come potrei contraccambiare questo sentimento che voi oggi mi fate sentire così caldo e così pieno di stima e allora vi dirò che, entrando nell’Università in cui ho passato momenti felici e anche momenti dolorosi, ho rivissuto l’atmosfera indefinibile che nell’Università di Pisa si sente, che è ancora qualche cosa di vivo, qualche cosa che mi sorprende per la profondità del sentimento. Quando sono entrato in questo luogo, dico la verità, non avevo provato niente che mi attirasse, che risvegliasse qualche cosa nel mio intimo, che veramente mi facesse sentire a casa mia. Ho sbagliato: perché poco dopo mi sono sentito a casa mia, ho sentito veramente, attraverso le vostre espressioni e l’applauso che mi avete tributato, che c’è qualche cosa che ci lega, come il ricordo del professor Lorenzo Mossa, a cui debbo molto. Nel 1938 nessuno voleva assegnarmi la tesi di laurea e quindi non avrei potuto laurearmi. Allora il professor Mossa mi invitò a casa sua e mi chiese: ‘Lei ha abbastanza coraggio?’. Risposi: ‘Penso di sì’. Allora Mossa propose: ‘Guardi, potrebbe fare una tesi sul conflitto legislativo in Palestina fra la legislazione ottomana, quella inglese e quella ebraica’. Io accettai e così feci la mia tesi di laurea. Alla discussione, con Mossa, c’erano un altro professore di cui non ricordo il nome e il presidente della commissione Cesarini Sforza. Mossa mi presentò dicendo che avrei parlato di un paese che si stava avviando ad avere un destino felice e continuò su questo tono. A un certo punto, Cesarini Sforza si tolse la toga, la gettò sul tavolo e se ne andò. Io guardai stupito Mossa, non sapendo come si potesse procedere, e lui reagì a quello sguardo dicendo: ‘Vabbé, si farà in due, è lo stesso’. Così continuammo la discussione della tesi di laurea e alla fine lui mi propose: ‘Guardi 110 non glielo posso dare, si accontenta di 105?’. ‘Anche troppo’, replicai io. E lui: ‘Allora le darò 103!’. Accettai felice. Questi sono ricordi che non si possono cancellare e che si conservano per tutta la vita, finendo per far parte della stessa personalità di un individuo. Per questo debbo riconoscere che entrando in questa Università – ma non in quest’Aula dove non ero mai stato perché mi tenevano fuori – ho sentito risvegliare qualcosa in me, cioè il ricordo di quegli insegnanti che, al di là di ogni pregiudizio razziale, mi avevano trattato come tutti gli altri allievi. Una volta, quando andavo dal professor Mossa, gli raccontai quello che mi era capitato durante il viaggio che facevo da Livorno per venire all’Università a Pisa. Alcuni giovani fascisti mi avevano fermato, mi avevano fatto distendere in uno scompartimento, mi avevano spogliato e avevano scritto delle frasi ingiuriose sulla mia pancia. Gli mostrai le scritte e lui ribattè: ‘Non lo cancelli! Si faccia fotografare, perché questo oltraggio deve rimanere per dimostrare fino a che punto si può arrivare con la politica’. Era questa la politica che il fascismo insegnava ai giovani e questo il modo con cui essi dovevano comportarsi con gli ebrei. Bene, io possiedo ancora quella fotografia, perché mi sono sempre detto che non avrei mai dovuto dimenticare. In questo mio breve ricordo, posso però aggiungere un episodio di segno opposto, legato al custode della Sapienza. Un giorno mi vide entrare e poco dopo mi affrontò chiedendomi di seguirlo. ‘Venga con me e non faccia discorsi’, disse con tono perentorio. Mi portò in uno stanzino, mi chiuse all’interno con le chiavi e mi disse: ‘Le spiegherò’. Solo dopo un’ora il custode si decise finalmente a riaprire. ‘Non mi ringrazia nemmeno?’, chiese. Veramente io non vedevo alcuna ragione per ringraziarlo di avermi rinchiuso in uno sgabuzzino. Ma lui si spiegò: ‘lo sa perché l’ho rinchiusa? C’erano quattro fascisti che erano venuti a prenderla’. Fu una dimostrazione di fratellanza che non mi sarei aspettato e debbo dire che nel dopoguerra ho avuto modo di sdebitarmi con lui. Il custode era ormai anziano, aveva lasciato il posto di lavoro e se la passava male, così cercai di fare in modo che se la passasse un po’ meglio.
In conclusione voglio ringraziarvi per avermi dato la possibilità di ricordare pezzi della mia vita qui con voi, in modo semplice e immediato, senza fare un discorso con la ‘d’ maiuscola. Ho solo voluto parlare come uso fare di solito, senza salire in cattedra, cercando di arrivare con quelle espressioni che, uscendo dal cuore, entrano nel cuore”. Che la terra ti sia lieve Rav Toaff.

antifascistadialogodopoguerraElio ToaffLivornopacepartigianoPisarabbinoRavRomaViareggio

Navigazione articolo

Articolo precedente#SAVEYARMOUKArticolo successivoUN ITALIANO ROMANTICO E UN INGLESE POCO LEALE, STORIE DI GUERRA

Fauda e Balagan. Un blog di Alfredo De Girolamo ed Enrico Catassi

Archivi

  • dicembre 2024
  • settembre 2024
  • agosto 2024
  • luglio 2024
  • giugno 2024
  • maggio 2024
  • aprile 2024
  • marzo 2024
  • febbraio 2024
  • gennaio 2024
  • dicembre 2023
  • novembre 2023
  • ottobre 2023
  • settembre 2023
  • agosto 2023
  • luglio 2023
  • giugno 2023
  • maggio 2023
  • aprile 2023
  • marzo 2023
  • febbraio 2023
  • gennaio 2023
  • dicembre 2022
  • novembre 2022
  • ottobre 2022
  • agosto 2022
  • luglio 2022
  • giugno 2022
  • maggio 2022
  • aprile 2022
  • marzo 2022
  • febbraio 2022
  • gennaio 2022
  • dicembre 2021
  • novembre 2021
  • ottobre 2021
  • settembre 2021
  • agosto 2021
  • luglio 2021
  • giugno 2021
  • maggio 2021
  • aprile 2021
  • marzo 2021
  • febbraio 2021
  • gennaio 2021
  • dicembre 2020
  • novembre 2020
  • ottobre 2020
  • settembre 2020
  • agosto 2020
  • luglio 2020
  • giugno 2020
  • maggio 2020
  • aprile 2020
  • marzo 2020
  • febbraio 2020
  • gennaio 2020
  • dicembre 2019
  • novembre 2019
  • ottobre 2019
  • settembre 2019
  • agosto 2019
  • luglio 2019
  • giugno 2019
  • maggio 2019
  • marzo 2019
  • febbraio 2019
  • dicembre 2018
  • novembre 2018
  • ottobre 2018
  • settembre 2018
  • agosto 2018
  • luglio 2018
  • giugno 2018
  • maggio 2018
  • aprile 2018
  • marzo 2018
  • gennaio 2018
  • dicembre 2017
  • novembre 2017
  • ottobre 2017
  • settembre 2017
  • agosto 2017
  • luglio 2017
  • giugno 2017
  • maggio 2017
  • aprile 2017
  • marzo 2017
  • febbraio 2017
  • gennaio 2017
  • dicembre 2016
  • novembre 2016
  • ottobre 2016
  • settembre 2016
  • agosto 2016
  • luglio 2016
  • giugno 2016
  • maggio 2016
  • aprile 2016
  • marzo 2016
  • febbraio 2016
  • gennaio 2016
  • dicembre 2015
  • novembre 2015
  • ottobre 2015
  • settembre 2015
  • agosto 2015
  • luglio 2015
  • giugno 2015
  • maggio 2015
  • aprile 2015
  • marzo 2015
  • febbraio 2015
  • gennaio 2015

Articoli recenti

  • 2025 L’ANNO DEL NUCLEARE
  • ISRAELE A SPICCHI
  • IL MALINOWSKI DI FEDERICA MARTINY
  • BERSAGLIO CENTRATO
  • BIBI E LO STRESS

Pagine

  • Bio
  • Contatti
  • Fauda e Balagan
  • Francesco in Terra Santa
  • Gerusalemme ultimo viaggio
  • Gerusalemme, ultimo viaggio
  • Israele 2013 – Il falco sotto assedio
  • Kibbutz 3000
  • Recensioni

Tag

Abu Mazen Arafat Assad Bennett Betlemme Biden Califfato Egitto elezioni Erdogan Europa Francesco Gantz Gaza Gerusalemme golpe guerra Hamas Herzog Hezbollah Iran Is Isis Israele Italia Knesset Lapid Libia Likud Medioriente migranti Netanyahu ONU pace Palestina Papa Francesco Putin rifugiati Rivlin Roma Siria terrorismo Trump Turchia USA

Il Medioriente

Caos in ebraico si dice balagan e in arabo fauda. In Medio Oriente lo stato di caos è un aspetto del quotidiano, talmente normale che c'è chi dubita dell'armonia del suo contrario.
Insomma tutto in Medio Oriente finisce sempre per essere un gran balagan o un fauda allucinante e mai la cosa più naturale e logica, la pace.

Archivio

  • dicembre 2024 (1)
  • settembre 2024 (1)
  • agosto 2024 (1)
  • luglio 2024 (1)
  • giugno 2024 (1)
  • maggio 2024 (2)
  • aprile 2024 (1)
  • marzo 2024 (1)
  • febbraio 2024 (3)
  • gennaio 2024 (2)
  • dicembre 2023 (2)
  • novembre 2023 (3)
  • ottobre 2023 (3)
  • settembre 2023 (2)
  • agosto 2023 (2)
  • luglio 2023 (2)
  • giugno 2023 (2)
  • maggio 2023 (2)
  • aprile 2023 (2)
  • marzo 2023 (3)
  • febbraio 2023 (1)
  • gennaio 2023 (1)
  • dicembre 2022 (1)
  • novembre 2022 (1)
  • ottobre 2022 (1)
  • agosto 2022 (1)
  • luglio 2022 (2)
  • giugno 2022 (2)
  • maggio 2022 (2)
  • aprile 2022 (3)
  • marzo 2022 (2)
  • febbraio 2022 (4)
  • gennaio 2022 (1)
  • dicembre 2021 (1)
  • novembre 2021 (2)
  • ottobre 2021 (3)
  • settembre 2021 (2)
  • agosto 2021 (2)
  • luglio 2021 (2)
  • giugno 2021 (5)
  • maggio 2021 (3)
  • aprile 2021 (2)
  • marzo 2021 (4)
  • febbraio 2021 (3)
  • gennaio 2021 (2)
  • dicembre 2020 (2)
  • novembre 2020 (3)
  • ottobre 2020 (2)
  • settembre 2020 (1)
  • agosto 2020 (5)
  • luglio 2020 (2)
  • giugno 2020 (3)
  • maggio 2020 (3)
  • aprile 2020 (4)
  • marzo 2020 (4)
  • febbraio 2020 (2)
  • gennaio 2020 (3)
  • dicembre 2019 (1)
  • novembre 2019 (2)
  • ottobre 2019 (3)
  • settembre 2019 (2)
  • agosto 2019 (1)
  • luglio 2019 (1)
  • giugno 2019 (1)
  • maggio 2019 (4)
  • marzo 2019 (1)
  • febbraio 2019 (1)
  • dicembre 2018 (1)
  • novembre 2018 (1)
  • ottobre 2018 (2)
  • settembre 2018 (1)
  • agosto 2018 (1)
  • luglio 2018 (3)
  • giugno 2018 (2)
  • maggio 2018 (2)
  • aprile 2018 (2)
  • marzo 2018 (2)
  • gennaio 2018 (4)
  • dicembre 2017 (4)
  • novembre 2017 (3)
  • ottobre 2017 (3)
  • settembre 2017 (2)
  • agosto 2017 (4)
  • luglio 2017 (3)
  • giugno 2017 (3)
  • maggio 2017 (4)
  • aprile 2017 (4)
  • marzo 2017 (2)
  • febbraio 2017 (1)
  • gennaio 2017 (1)
  • dicembre 2016 (2)
  • novembre 2016 (1)
  • ottobre 2016 (3)
  • settembre 2016 (3)
  • agosto 2016 (3)
  • luglio 2016 (7)
  • giugno 2016 (3)
  • maggio 2016 (3)
  • aprile 2016 (5)
  • marzo 2016 (5)
  • febbraio 2016 (3)
  • gennaio 2016 (2)
  • dicembre 2015 (4)
  • novembre 2015 (1)
  • ottobre 2015 (4)
  • settembre 2015 (3)
  • agosto 2015 (5)
  • luglio 2015 (4)
  • giugno 2015 (5)
  • maggio 2015 (7)
  • aprile 2015 (5)
  • marzo 2015 (8)
  • febbraio 2015 (3)
  • gennaio 2015 (3)
Orgogliosamente motorizzato da WordPress